La Commissione Europea ha avviato il 23 settembre 2021 azioni legali nei confronti di 19 Stati membri, tra cui l'Italia, che non hanno intrapreso le azioni necessarie per realizzare i benefici della legislazione digitale dell'UE nell'ambito dei media audiovisivi e delle telecomunicazioni.
Questi Stati membri sono tenuti a recepire nei rispettivi ordinamenti nazionali, senza ulteriore ritardo, la direttiva sui servizi di media audiovisivi e il codice europeo delle comunicazioni elettroniche e a informare la Commissione in merito a tale recepimento. Entrambe le direttive, approvate di comune accordo dagli Stati membri, sono essenziali per la transizione digitale dell'UE e avrebbero dovuto essere recepite entro la fine del 2020.
Direttiva sui servizi di media audiovisivi
La direttiva sui servizi di media audiovisivi (direttiva AVMS) mira a garantire un mercato unico equo per i servizi di radiodiffusione, che tenga il passo con gli sviluppi tecnologici. A tal fine la direttiva è stata rivista nel 2018 con l'obiettivo di creare un quadro normativo adatto all'era digitale, che serva a plasmare un panorama audiovisivo più sicuro, equo e diversificato. Essa coordina la legislazione a livello dell'UE su tutti i media audiovisivi, comprese le emittenti televisive tradizionali e i servizi video on demand, e stabilisce misure di protezione essenziali per quanto riguarda i contenuti messi a disposizione sulle piattaforme per la condivisione di video.
A causa dei ritardi nel recepimento, i cittadini e le imprese in Cechia, Estonia, Irlanda, Spagna, Croazia, Italia, Cipro, Slovenia e Slovacchia potrebbero non essere in grado di sfruttare tutte le disposizioni della direttiva sui servizi di media audiovisivi, che:
- creano condizioni di parità per i diversi tipi di servizi di media audiovisivi;
- garantiscono l'indipendenza delle autorità nazionali di regolamentazione dei media;
- preservano la diversità culturale, ad esempio imponendo ai servizi video on demand di includere nella loro offerta opere europee per almeno il 30%;
- tutelano i bambini e i consumatori stabilendo norme per la protezione dei minori dai contenuti nocivi nel mondo online, anche nell'ambito dei servizi video on demand; e
- combattono l'odio razziale, religioso e di altro tipo, rafforzando le norme per combattere l'istigazione alla violenza o all'odio e la pubblica provocazione a commettere reati di terrorismo.
Codice europeo delle comunicazioni elettroniche
L'azione dell'UE nel settore delle comunicazioni elettroniche ha consentito di ampliare la scelta per i consumatori, risparmiare sulle bollette telefoniche e migliorare il livello dei servizi di telecomunicazione. Il codice europeo delle comunicazioni elettroniche modernizza le attuali norme dell'UE in materia di telecomunicazioni e le rende adatte all'era digitale. A causa dei ritardi nel recepimento, i consumatori e le imprese in Estonia, Spagna, Croazia, Irlanda, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Svezia non possono beneficiare di norme che prevedono:
- regole chiare e inclusive in materia di diritti degli utenti finali: in tutta Europa si applicano le stesse norme volte a realizzare un mercato unico inclusivo;
- un miglioramento della qualità dei servizi: i consumatori possono beneficiare di connessioni più veloci e di una maggiore copertura, poiché il codice promuove la concorrenza per gli investimenti, in particolare nelle reti ad altissima capacità, comprese le reti 5G;
- l'armonizzazione delle norme: il miglioramento della prevedibilità normativa, anche per quanto riguarda l'assegnazione dello spettro radio;
- la tutela dei consumatori: vantaggi e tutela per i consumatori, indipendentemente dal fatto che gli utenti finali comunichino attraverso servizi tradizionali (chiamate, SMS) o basati su app;
- condizioni di parità: parità di trattamento di tutti gli operatori del settore dei servizi di telecomunicazione, siano essi tradizionali o basati sul app.
I consumatori dovrebbero in particolare beneficiare di una protezione rafforzata grazie alle norme che garantiscono la chiarezza delle informazioni contrattuali e la qualità del servizio e che facilitano il passaggio da un fornitore di rete ad un altro promuovendo prezzi al dettaglio più equi. Gli operatori e i fornitori possono trarre vantaggio dalle norme favorevoli agli investimenti, come quelle che incentivano i coinvestimenti nelle reti ad altissima capacità e nelle reti per il solo mercato all'ingrosso o la prevedibilità normativa e degli investimenti, anche nelle procedure di assegnazione dello spettro radio.
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